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Qui si scrive dell'assoluta convinzione della Montessori che l'educazione, intesa in termini tecnico-scientifici ma soprattutto in senso ampio e nobile, fosse il principale strumento di recupero e di normalizzazione. E che ogni bambino sofferente di qualsiasi patologia o disagio, o semplicemente "a rischio", sino ad allora trattato dal punto di vista medico o coercitivo, comunque emarginato ed escluso dalla società, fosse considerato "educabile" e avesse il diritto di essere "emendato" e di aspirare alla comprensione, alla accettazione e alla "normalità". Un secolo dopo la Montessori molti ancora applicano tenacemente le sue idee.